“ARMO, STORIE DI VOLONTARI E DI MIGRANTI”, UN DOCUMENTARIO PER NON DIMENTICARE
La proiezione di un bellissimo documentario, dal titolo “Armo, storie di volontari e di migranti”, ha impreziosito i festeggiamenti in onore di San Luca, nella parrocchia di Reggio Calabria retta da don Bruno Cipro. Proprio don Bruno, in apertura, ha sottolineato ciò che in tanti pensano: la mancanza di coerenza di chi, pur professandosi Cristiano, ha difficoltà (eufemismo, n.d.r.) ad accogliere chi fugge da fame, guerre, siccità. In 51 emozionanti e commoventi minuti, il filmato mette insieme una serie di testimonianze e di immagini tratte dagli sbarchi nel porto della città dello Stretto. Prodotto dalla Caritas diocesana di Reggio, col contributo di quella nazionale, è stato magistralmente realizzato dal regista Antonio Melasi, con la parte musicale curata da Mauro Giamboi. Melasi ci tiene a precisare che non è stato pubblicato on line per privilegiare gli incontri dal vivo, per dare la possibilità di gustarlo meglio e di commentarlo a chiunque ne abbia voglia. Per promuoverne la visione si deve semplicemente inviare una comunicazione all’indirizzo caritasreggiocalabria@gmail.com, indicando promotore, luogo e data indicativa della proiezione.
Rendere per iscritto cosa si prova guardando quelle immagini è comunque difficile. Accanto alla sofferenza dei migranti appena sbarcati dopo i viaggi della speranza, che abbiamo imparato a conoscere ancor di più negli ultimi tempi, è ben visibile il patimento dei tantissimi volontari che si sono spesi e si spendono per aiutare, soccorrere, accogliere i migranti. Tuttavia, gli intervistati e gli intervenuti alla proiezione hanno voluto mettere in rilievo che, accanto ai momenti di sconforto, non sono mancati quelli di vera gioia. Tutti hanno rimarcato la bellezza di un’esperienza così totalizzante e coinvolgente da lasciarli certamente migliorati e arricchiti, anche rafforzati nella fede. Di questo comune sentire si è resa portavoce Bruna Mangiola, coordinatrice della Caritas per gli immigrati e da sempre impegnata nel volontariato cattolico. Ha elogiato il popolo reggino, che è accorso sempre più numeroso per prestare la propria opera, evidenziandone anche il cambiamento nell’atteggiamento nei confronti dei fratelli africani. Ha quindi offerto la sua testimonianza Luciano Gerardis, già presidente della Corte d’Appello di Reggio, che nel 2012 ha dato vita a “Civitas”, un’associazione la cui missione è quella di sensibilizzare la società civile sui temi del servizio alla collettività, della legalità, dell’affermazione dei diritti.
Il documentario ha il pregio di descrivere passo passo il processo di crescita del movimento partecipativo alle vicende dei migranti. Due, a mio avviso, le storie più significative in esso narrate, una legata a un uomo, l’altra a un luogo. Mussa è un ragazzo del Senegal sbarcato a Reggio che è riuscito a costruirsi una nuova vita, grazie al sostegno della comunità ecclesiale di Cannavò. Oggi, oltre a lavorare, studia all’Università e nella nostra città ha trovato anche l’amore, una ragazza con la quale convive. Armo è la contrada che dà anche il titolo al documentario. Proprio ad Armo è stato realizzato un sito per la sepoltura di coloro, purtroppo tanti, che non ce l’hanno fatta, che hanno lasciato nelle acque del Mediterraneo vita e speranze. Anche in questo caso la collaborazione è stata il tratto distintivo della vicenda. Toccanti le immagini nelle quali si vedono le suore e altri nostri concittadini, adulti e ragazzi, posare fiori e versare lacrime sulle tombe bianche con sotto i corpi di sconosciuti, molti senza nome. Un segno tangibile dell’Umanità che l’Uomo è capace di tirare fuori dalla propria anima. Forse ciò accade troppo di rado, ma è motivo d’orgoglio che sia successo nella nostra terra di Calabria.
Reggio Calabria, 18 ottobre 2023
Nino Mallamaci